10 ago 2013

Roma 40 D.C Destino d'amore





Titolo: Roma 40 D.C

Autrice: Adele Vieri Castellano
Casa editrice: Leggereditore
Genere: storico 
Anno di uscita: 2012
Disponibilità: cartaceo e ebook
Prezzo cartaceo: 10,00 €
Prezzo ebook: 3,50 €
Numero di pagine: 432


Trama:
40 d.C., Città di Roma, Gaio Giulio Cesare Germanico, Caligola, Imperatore. Marco Quinto Rufo è l’uomo più potente di Roma, secondo solo all’imperatore, Livia Urgulanilla ha un passato da dimenticare. Lui è un uomo temprato dalla foresta germanica, bello e forte che non conosce paura né limiti. Lei è un’aristocratica raffinata e altezzosa il cui destino è già scritto. Ma il dio Fato decide altrimenti e quando Rufo la porta via con sé non immagina lontanamente le conseguenze del suo gesto. Roma non è la Provincia dove tutto, incluso rapire una donna, è concesso. E anche se Caligola in persona decide di concedergliela, possederne il cuore sarà la più ardua e temeraria delle sue imprese. E Livia saprà donare il cuore a un uomo spietato che non esita davanti a nulla, se non a quello che sente per lei? Il primo romanzo di una trilogia che vi porterà in uno dei periodi storici più affascinanti del nostro passato; una storia che vi catturerà fin dalle prime pagine e alla fine ne rimarrete conquistati.

Recensione: 

Roma 40 D.C- Destino d’amore è stato un libro davvero interessante. Io ormai mi sento una Romana di adozione, soprattutto in questo momento in cui quello che studio di più è proprio latino. 

Parto dalla votazione, spiegando perché ho voluto dare 4 booklovers, anche se per l’entusiasmo ne avrei dato uno in più. I 5 booklovers me li voglio tenere per gli altri della saga di Roma, perché sono sicura che meriteranno, inoltre, subito, non mi sono appassionata così tanto. Sicuramente è stato anche un momento mio, siccome poi ho riletto e l’inizio in medias res riesce a coinvolgere completamente. 

Tiberio Claudio Druso, nipote dell’imperatore Tiberio e zio poi di Caligola, scopre che la figlia non è sua, ma è il frutto di un adulterio. Decide di non punire la moglie, ma la giovane Livia Urganilla. 
Quest’ultima è sottoposta allo sguardo di tutta Roma, venendo legata nuda fuori da casa. Viene derisa, toccata dagli occhi lussuriosi di molti uomini accorsi a vedere la scena. 

In questo romanzo, infatti, i Romani emergono come persone in carne ed ossa, nella loro volgarità, nella rozzezza, nella lussuria, nell’avidità. 

Credo che Adele Vieri Castellano sia stata in grado di mostrarci la doppia faccia dell’età imperiale. 

La maestosità dei palazzi e dei banchetti nasconde fino ad un certo punto la crisi che regna al di sotto di quello sfarzo. L’impero è qualcosa di provvisorio, seppur abbia avuto una sua durata, gli imperatori non sono figli di dei, come dice Caligola, ma mortali che posso essere uccisi in una congiura. L’impero, in cui è ambientata la vicenda, è proprio quello di Caligola, a parte il prologo. 
Conosciuto come Caligola per le caligae, ovvero dai calzari che usavano i legionari in battaglia, in verità si chiamava Gaio Giulio Cesare Germanico. 
Fu il secondo imperatore della cosiddetta dinastia giulio-claudia, di cui facevano parte sia il suo predecessore, che successore, ovvero lo zio Claudio. 

Per me è sempre stato un personaggio interessante: un uomo tra la follia e l’idea assolutistica dell’impero. Spaventava di certo i senatori, che intanto covavano anche un forte rancore verso di lui. Il suo impero, inoltre, è conosciuto come uno dei più sanguinari. Anche nel libro, ad un tratto, vorrebbe che tutti i presenti ad un banchetto venissero uccisi senza una ragione precisa, solo per il gusto del sangue. 

Adele Vieri Castellano, quindi, ce lo mostra in tutta la sua pazzia, ma io ho colto anche il suo genio. Caligola sapeva, per questo, di non potersi fidare dei Romani, né dei senatori che tramavano contro di lui, né dei i suoi sostenitori, che potevano rischiare gli umori negativi del sovrano tanto come gli altri, allora sceglie di farsi proteggere dai batavi, cioè una delle tante tribù germaniche. 

Marco Quinto Rufo non è uno di questi di nascita, siccome è un romano, ma in fondo è come se lo fosse. A quindici anni, infatti, era salito con il padre al nord e si era adeguato alle foreste germaniche. 
Scopriamo che l’impero non è tutto uguale: dentro di sé mostra molteplici differenze nei costumi e nei modi di vivere. Quello che è ora il nord d’Europa era piuttosto arretrato rispetto a Roma. 

I giochi di potere e il lusso sicuramente erano qualcosa di molto lontano dalla loro concezione. 

Comunque Rufo è un personaggio che appena entra in scena, è capace di conquistare un suo lato di palco solo con lo sguardo. E’ un uomo affascinante, rude, anche un po’ rozzo, temprato da tutto ciò che ha trascorso lontano da casa. Inoltre è l’unico uomo che può toccare l’imperatore in quanto l’aveva tratto fuori dal fiume in cui stava annegando e per questo è diventato sua guardia personale. 

Al ritorno a Roma Rufo, grazie al Destino, incontra Livia Urganilla e lì scocca la scintilla, almeno per lui. La vede e un po’ come farebbe uno scimmione, decide che quella femmina sarà sua. Ottiene il benestare dell’imperatore e non le lascia molta scelta. Ma lei non è attratta da lui, arde d’amore per un altro uomo. 

Se una donna non vuole amarti, cosa faresti? Alcuni potrebbero pensare al corteggiamento, nel vocabolario di questo uomo non esiste, perché la prende e la porta nel suo lato del palazzo, volendola come moglie. Io sinceramente se fossi stata in Livia, non ci avrei pensato due volte a dire di sì e amarlo con tutta la passione del mondo! 

Livia è sicuramente una donna molto forte, che è riuscita ad andare avanti, dopo quel primo brutto episodio, e vorrebbe un marito che la amasse e si preoccupasse della madre. Tiene testa a quel rozzo che è costretta a sposare e gli epiteti, con cui ogni volta lo apostrofa, sono eccezionali! 

Comunque anche i personaggi di contorno si prendono il loro spazio. Il personaggio che mi è piaciuto di più è quello di Quinto Arrunzio Stella, amico di infanzia di Rufo e della sorella Turia, di cui è da sempre innamorato. Quindi un’altra storia d’amore si intreccia sulla trama storica. 

Consiglio a tutti questo libro, sia ai patiti solo delle storie d’amore, a chi ama i romanzi storici, a chi ama Roma antica e quella moderna. 

Lasciatevi coinvolgere, perché la storia tra Livia e Rufo non è per niente scontata, ma anzi prende fino all’ultima pagina. E….ce ne vorrebbero di destini così!


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