1 dic 2013

Per una volta nella vita


Autore: Rainbow Rowell
Genere: young adult
Data di pubblicazione: 1 ottobre 2013
Casa editrice: Piemme
Pagine: 349p
Prezzo: cartaceo 15.30 euro 

Trama:



Eleanor è appena arrivata in città. La chioma riccia rosso fuoco e l'abbigliamento improbabile, ha lo sguardo basso di chi, in pasto al mondo, fa fatica a sopravvivere. Park ha tratti orientali che ha preso dalla madre coreana e veste sempre di nero. La musica è il suo rifugio per tenersi fuori dai guai. La loro storia inizia una mattina, sul bus che li porta a scuola. Park è immerso nella lettura dei suoi fumetti e perso tra le note degli Smiths, Eleanor si siede accanto a lui. Nessun altro le ha fatto posto, perché è nuova e parecchio strana. Il loro amore nasce dai silenzi, dagli sguardi lanciati appena l'altro è distratto. E li coglie alla sprovvista, perché nessuno dei due è abituato a essere il centro della vita di qualcuno. Tra insicurezze e paure, Eleanor e Park si scambiano il regalo più grande: amare quello che l'altro odia di sé, perché è esattamente ciò che lo rende speciale. Sarà la loro forza, perché anche se Eleanor non sopporta quegli sfigati di Romeo e Giulietta, anche il loro legame deve fare i conti con un bel po' di ostacoli, primo fra tutti la famiglia di lei, dove il patrigno tiranneggia incontrastato. Riusciranno, per una volta nella vita, ad avere ciò che desiderano?

Recensione:

Partiamo dal presupposto che io faccio il filo a questo libro ormai dalla sua uscita, quindi dall'inizio di ottobre. Mi capitava di andare in libreria e vederlo lì, solo soletto esposto, che mi guardava e mi faceva l’occhiolino. Dopo un mese mi son decisa, visto che dovevo fare un ordine per dei regali di natale,a comprarlo. 

Non mi pento assolutamente di questo acquisto, anche se in molti lo aspettavano in digitale, ma la Piemme, almeno per ora, ha presentato solo la versione cartacea e per me, ormai da 1 anno e 2 mesi convertita al Kindle, va più che bene tornare alla buon vecchia carta, soprattutto per l’odore del quale vado pazza. 

La storia è ambientata nel 1986. I due protagonisti sono Park, adolescente di origine coreana da parte della madre, con un fratello più piccolo di nome Josh, una bella e semplice famiglia, la passione per la musica ed i fumetti; ed Eleanor, anche lei adolescente, con una vita piuttosto difficile: il padre aveva abbandonato la famiglia, la madre si era risposata con un uomo tutto tranne che buono, Richie, e aveva ben 4 fratellini più piccoli. 

I due ragazzi s’incontrano sull’autobus che ogni mattina li porta a scuola e successivamente li riporta a casa.

Se Park può esser visto un ragazzetto carino e con l’aspetto esotico, appunto per le sue origini, Eleanor viene vista come ragazza strana: capelli ricci e rossi, pelle bianca come la porcellana ed occhi grandi ed intensi, il tutto contornato dalle sue lentiggini. Non è una bellezza convenzionale, è piuttosto in carne e viene presa di mira dai ragazzi sul bus, e successivamente anche da quelli a scuola, soprattutto dalle ragazze nell’ora di ginnastica. 

All’inizio non si parlano, ma lei si siede vicino a lui ogni giorno e frequentano qualche corso avanzato insieme. Pian piano nasce un tacito accordo: Park aveva notato che Eleanor lo fissava mentre leggeva i suoi fumetti e vede che ne è interessata, quindi inizia a portargliene qualcuno ogni mattina.

Erano ancora immersi nella lettura quando arrivarono alla fermata di Eleanor e appena lei si alzò per andarsene, il ragazzo le porse un fumetto. Il gesto la sorprese talmente che fece per restituirglielo, ma lui si era già voltato. Eleanor ficcò il fumetto in mezzo ai libri, come se fosse qualcosa di segreto, e scese dal bus. Quella sera, sdraiata sul letto a castello, lo lesse altre tre volte mentre accarezza il vecchio gatto arruffato. Poi lo ripose nella scatola dei pompelmi, perché durante la notte nessuno lo toccasse”.

Il tutto va avanti per qualche giorno e i due ancora non si sono parlati, ma è come se ci fosse qualcosa tra di loro che solamente loro possono comprendere. 

“Tirò fuori il walkman dalla tasca dell’impermeabile e tolse in nastro dei Dead Kennedys che c’era dentro. Infilò la cassetta nuova, premette il tasto play e passò delicatamente le cuffie sopra i capelli della ragazza. Tanto delicatamente da non toccarla nemmeno. Da fuori sentì il fulminante attacco di chitarra e il primo verso della canzone I am the son.. and the heir.. Lei sollevò un po’ la testa, ma non lo guardò. Non si levò nemmeno le mani dalla faccia. Appena furono davanti scuola, prese le cuffie e gliele restituì.
Scesero dal pullman insieme e restarono insieme. Una cosa strana, perché di solito si separavano appena toccavano il marciapiede. Adesso era questo che Park trovava strano, invece: facevano tutti e due lo stesso percorso ogni giorno, l’armadietto di lei era in fondo al corridoio in cui si trovava anche il suo, come erano riusciti ad andarsene ognuno per la propria strada ogni mattina?”

Da qui in poi inizieranno a chiacchierare, seppur poco, e poi a vedersi, anche a fatica, perché Eleanor era solita uscir poco per via dei problemi che le avrebbe potuto creare il patrigno e oltretutto non sapeva come definire questa situazione con lo stesso Park, il quale è curioso della sua vita ma lei non lascia quasi mai trasparire nulla. Anche se poi diventeranno inseparabili.

Non voglio farvi un riassunto della trama perché non avrebbe senso, dovrete leggere questo piccolo angolo di dolcezza e purezza, per capire quello che voglio cercare di spiegarvi. Il romanzo è scritto bene, scorrevole, si legge che è un piacere, anzi probabilmente in un giorno e mezzo lo avrei anche finito, ma ci son tante cose a cui dover star dietro quindi l’ho dilazionato un po’, anche perché sinceramente mi dispiaceva terminarlo subito.

Park è un ragazzo d’oro, pieno di risorse, dolce e carino, Eleanor è forte, tenace, timida e anche molto sensibile. L’età, più che mai in queste circostanze, è solo un numero, perché entrambi mostrano una grande maturità, anche per come affrontano le cose. 

Eleanor aveva ragione. Non era mai carina. Era un’opera d’arte, e l’arte non deve essere carina, deve trasmettere qualcosa. Averla seduta accanto a sé sul divano trasmetteva a Park la sensazione che qualcuno avesse aperto una finestra al centro della stanza. Che qualcuno avesse rimpiazzato tutta l’aria del soggiorno con dell’aria nuova, dell’aria migliore (due volte più fresca).”

Ciò che mi ha colpita di più sicuramente sono i dialoghi e i pensieri, seppur il libro sia suddiviso dal punto di vista di entrambi, è comunque raccontato da un narratore esterno, che riesce a farti immergere completamente nelle loro vite. 

Non vi dirò null’altro, questo è uno di quei libri che va letto, va assaporato, perché strappa tanti sorrisi per gesti che forse, oggigiorno, vedremo come scontati o insignificanti, ma in realtà sono piccole perle che vorremo custodire gelosamente.

Credo di poter affermare che a questi punto tutte vorremo un Park vicino a noi!

Ps: parliamo un attimo del finale. Io provo un senso di irritazione, a volte, per i finali aperti perché non si sa cosa pensare. Ecco qui vi troverete un finale simile, si conclude proprio con un avvenimento che lì per lì vi lascia col sorriso e poi.. beh poi ognuno ci vede quel che spera per loro due!

Valutazione:



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