23 mag 2015

Salone Internazionale del Libro di Torino



Ancora non ci credo, davvero. Da un lato penso di essermi sognata tutta la giornata, dall’altra sono felice che sia stata reale, perché finalmente sono andata al Salone Internazionale del Libro. 


Dopo due treni per arrivare, mi sono trovata davanti l’edificio che ho sognato per dieci anni. Mi ricordo che lessi un articolo sul giornalino della Coop del nonno, era passato da un mese e mi dissi che ci sarei andata prima o poi. Solo che a dodici anni, con una passione della lettura in via di sviluppo, non puoi andare dai tuoi genitori e scongiurarli di portarti a Torino, quindi me ne sono stata buona, buona ad aspettare. 



E ora sette giorni dopo, mi chiedo come ho fatto a starmene così tranquilla per dieci anni. Non so nemmeno se riuscirò ad aspettare con calma il prossimo Salone…
Comunque com’è il Salone? Il Salone è un bombardamento di suoni, colori, persone, profumo di carta. Vi dirò che a un certo punto ho pensato, guardando tutti quei libri: Ma se qualcosa prendesse fuoco qui dentro? Sarebbe un caos di proporzioni internazionali!
Comunque quando si entra al Salone, dopo aver pagato il biglietto e ricevuto le focaccine gentilmente offerte dalla Barilla, si ha un attimo di spaesamento. C’è questo enorme ingresso e per fortuna si viene riforniti sia di cartina( che in realtà ho aperto solo una volta, perché rischi di uccidere 8 persone nell’apertura della medesima) sia di programma (che non apri, perché in una giornata riesci giusto a vedere gli stand più importanti).
Poi si entra e BUM.
Libri, gente, libri, gente, libri, gente.
E cerchi di fare un attimo di pausa da tutto, di assaporare il momento, ma vieni trascinato dalla calca. Subito ho visto Alberto Angela e Neri Marcorè allo stand della Rai, in realtà guardati e basta, neanche una foto, perché c’era così pieno che non si sentiva nemmeno cosa dicevano e io ho dovuto saltellare per vederli (2 cm in più di mamma aiutano!)
Ho vinto la scommessa con mamma, dicendo che Alberto Angela è alto, mentre lei sosteneva fosse un tappo. (Questi dettagli sono di vitale importanza per capire che questo racconto non ha logica)
Poi abbiamo iniziato a girogavare, in realtà io cercavo due posti precisi, perché noi lettori sappiamo sempre cosa ci interessa. Ma intanto era bello anche guardare le piccole CE, le grandi CE, venir chiamati qui e là.
Al Salone è l’unico posto dove i libri te li tirano dietro... detta così, è un po’ orrenda, ma alla fine è la verità.
Comunque in una giornata ti riempi solo gli occhi, dicendo: “L’anno prossimo ci vogliono due giornate e ci prepareremo in anticipo!”
Giunti alla Giunti… ok, questa potevo risparmiarmela… ho trovato l’amore della mia vita: il bidoncino, conosciuto da tutti come  C1-P8 di Star Wars. Ho visto che ha conquistato i cuori di molte giovani e meno giovani, ma sono sicura che gli sono rimasta impressa.
Poi c’era uno che sembrava proprio Ian Solo e io sono rimasta lì un quarto d’ora indecisa se farmi fare la foto con lui, poi la mia timidezza ha vinto e mi sono diretta in un’altra CE.
L’altra idea in realtà era rubare la spada laser a quello che penso interpretasse Obi-Wan, che non gli assomigliava per nulla.
Comunque ho capito una cosa, andando al Salone: (forse sono solo io, eh!) conosco davvero poco i volti delle autrici. So che hanno scritto, le loro parole, ma non i loro volti proprio no.
Sapete non è bello andare da una e dire: “Scusa tu sei l’autrice?” Io almeno non ne sono capace. Faccio una richiesta: CE, mettete più foto dei vostri autori!
Per quanto riguarda gli autori: chiedo scusa intanto a Silvia Devitofrancesco, per non essere passata dallo stand. Mi è proprio passato di mente, mi sarebbe proprio piaciuto venire a salutarti e ricevere il tuo autografo.
Mi è dispiaciuto non portare i saluti di Lele a Daniela Volonté e magari farmi fare un autografo per lei, ma il Workshop delle emergenti della Newton è iniziato quando ero già sulla via del ritorno. (In una prossima recensione ho anche una richiesta)
Ho conosciuto dal vero (le ho sempre parlato solo sul web) Anna Loveangel davanti allo stand della Newton.
E poi ho potuto conoscere un’autrice che avevo recensito, ovvero Lisa Lorenzi con il suo romanzo Sognavo di sposare il principe azzurro, ora pubblicato anche in cartaceo. Andremo avanti a ringraziamenti da una parte e dell’altra, ma mi sembra giusto ringraziarla di nuovo. Voglio ri-ringraziarla per avermi tenuto compagnia sul treno per Brescia con le sue parole, voglio ri-ringraziarla per avermi inserita nei ringraziamenti e ringraziarla per le parole che mi ha detto sabato. E voglio farle anche i complimenti per il suo romanzo, per la sua Falce di Luna e il suo Juan.
Ringrazio anche mamma che mi ha comprato il libro (se l’è comprato per leggerlo, perché sa che non avrà mai il mio MrReader) e che mi ha accompagnato senza cedere mai, neanche quando le ho fatto saltare il pranzo. (Sono una dittatrice, sì!)
Se qualcuno volesse vedere come sono fatta, c’è anche una foto su twitter… meglio se non la vedete, ma almeno potete vedere chi è Lisa Lorenzi e vale davvero la pena conoscerla, perché è dolcissima.
Lo ammetto anche qui, come l’ho ammesso sul mio profilo privato fb: appena sono uscita dallo stand della DeAgostini mi sono messa a piangere. Troppa emozione. 

Ho amato davvero tutto, nonostante il caldo, nonostante il casino. È davvero un posto unico.
Le mie colleghe mi hanno chiesto di far tante foto, ma in realtà il Salone non trasmette molto se non lo visiti. Ho guardato tante foto negli anni, ma una foto non ritrae la folla, non ritrae il rumore, né le botte che prendi per arrivare a un libro che ti interessa. Il Salone è un’esperienza da vivere
(Sì lo so ci starebbe anche una bella musichetta pubblicitaria XD)

Per finire metto i miei acquisti... e vi esorto a raccontare la vostra esperienza.


Al #SalTo2016 e un grosso bacione dalla vostra 
(vi dico il mio vero nome: Daniela!)


2 commenti:

  1. Ora mi commuovo... :-)
    Evviva i libri e tutti coloro che li amano... anzi che sono pazzi booklovers!
    Lisetta
    (Lisa Lorenzi)

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  2. E' stato bellissimo conoscerti Dani! Ci vediamo l'anno prossimo!

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