Sì, questa è una recensione, ma prima ho qualcosina da
dire in merito a oggi, che è l’8 marzo.
Buonissima festa a tutte le donne e anche ai maschietti,
quelli veri, quelli che sanno che siamo donne e ci trattano comunque alla pari,
senza discriminazioni di alcun genere. Auguri a noi donne, auguri alle mie
colleghe del blog, auguri a tutte le blogger, auguri a tutte le lettrici,
auguri all’autrice di cui parlerò oggi, ma anche tutte le altre, auguri alle
donne che amano le gonne e quelle che indossano solo i pantaloni (sono sicura
che li indossano anche quelle che mettono la gonna!).
Donne, lottiamo sempre per i nostri diritti, non
dimentichiamocelo nemmeno domani, anche se sarà il 9 marzo o dopodomani, il 10,
siamo donne sempre e non solo oggi, perché riceviamo una mimosa (non ho nulla
contro le mimose, che mi piacciono!). Il regalo sempre più gradito è il
rispetto e quello non si può ricevere un solo giorno all’anno.
Sono onorata di aver da recensire un’autrice, proprio
oggi.
Chiara Parenti non è solo una donna, infatti è un’autrice di talento, che
mi era piaciuta (senza farmi impazzire, devo ammettere) in
Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito), mi ha
letteralmente conquistata con
L’importanza
di chiamarsi Cristian Grei (lo straconsiglio a tutti, oltre che vi metto il
link per chi fosse interessato) e mi ha divertita e colpita con questo, che è
il suo secondo romanzo, ma che io ho letto per ultimo.